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Francesco

NEO-N NEONATI A RISCHIO
Pubblicato da STAFF NEO-N in Testimonianze · 15 Ottobre 2013
Oggi il nostro Francesco ha festeggiato due anni, un occasione per rivivere i ricordi della maternità e delle sue prime settimane di vita. Ricordi carichi di emozioni che ci hanno spinto a raccontare la nostra esperienza di genitori prematuri.
Ma partiamo dall’inizio.
La mia è stata una gravidanza bellissima, nessuna nausea e nessun problema fino all’ecografia della 32esima settimana…quando, dopo un lungo silenzio del ginecologo, ci viene comunicato che le "misure" del nostro bimbo non corrispondono alle settimane di gestazione, insomma nostro figlio non è cresciuto come invece era accaduto fino a quel momento.
BUIO, PANICO. PAURA, cosa succederà, cosa sta succedendo??
Dobbiamo trasferirci in fretta e furia da Borgosesia all’ospedale di Novara considerando che la struttura è più idonea ad accogliere un bimbo prematuro. BUIO. PANICO E PAURA!!!
Prematuro???
Arriviamo a Novara, visite, controlli, qualche giorno d’osservazione e …. ebbene sì, è ora di far nascere il nostro piccolo ometto. Così a un mese dal termine previsto, alla 35esima settimana e di 1kg 680gr nasce Francesco.
La patologia diventa la sua prima casa e anche la nostra.
L’impatto con l’incubatrice è stato forte, BUIO, PANICO, PAURA. Possiamo toccarti? Vorrei tanto accarezzarti, coccolarti ma c’è quel maledetto vetro che ci separa. Tutti quei fili ai quali sei legato e quei monitor che emettono suoni strani. E adesso…cosa possiamo fare? Come possiamo muoverci in questa situazione?
Poi è bastato incrociare un tuo sguardo, vedere i movimenti disinvolti di un'altra mamma nella nostra stessa stanza e sentire le parole rassicuranti di dottori e infermieri per capire che l’avremmo fatta, tutti e tre insieme, per capire che quell’incubatrice non era nient’altro che il prolungamento del calore dell’abbraccio di mamma e papà, che quei suoni erano una dolce melodia che accompagnava le tue giornate. Abbiamo scoperto l’importanza della marsupio terapia, ti tenevamo tra le braccia il più a lungo possibile, ti facevamo sentire il nostro calore mentre ascoltavamo il tuo respiro e ti guardavamo negli occhi. La prima volta che ti sei attaccato al mio seno è stata una sorpresa per tutti, non riuscivi certo a mangiare tanto perché ti stancavi, ma hai dimostrato a tutti noi la tua voglia di diventare grande presto! Ricordo il suono della sveglia che ogni tre ore, giorno e notte, ci avvisava che era il momento della pappa.
Non è stato facile ma il nostro piccolo ometto era già molto forte e la sua forza è stata contagiosa.
Siamo stati abituati al distacco fisico dal nostro bimbo dal primo secondo di vita ma ricordo il giorno delle mie dimissioni con tanto dolore. Io potevo tornare a casa ma lui doveva rimanere lì in ospedale per crescere ancora. E’ stato tremendo! Non so quanto ho pianto. Dopo aver partorito ci immaginiamo di poter tornare a casa con il nuovo arrivato per iniziare insieme una nuova vita ma per una mamma e un papà "prematuro" non è così. Un'altra prova da superare! Un’altra dura prova che insieme, sempre insieme, avremmo superato!
Francesco è rimasto solamente 13 giorni in patologia neonatale perché anche se piccolino era proprio un ometto con tanta voglia di combattere (che poi, a dire la verità, quei 13 giorni per noi sono stati lunghi ma siamo consapevoli di essere stati fortunati a fermarci così poco). Tutte le paure e il buio che immancabilmente hanno accompagnato noi genitori nei suoi primi istanti di vita hanno finalmente lasciato spazio alla GIOIA, all’AMORE e alla SERENITA’.. era ora di tornare a casa!!!
Essere genitori prematuri è un'esperienza forte, alla quale nessuno ti prepara, ma fortunatamente in patologia abbiamo trovato delle persone d’oro che ci hanno preso per mano, sostenuto e accompagnato con disponibilità in questo cammino… non eravamo soli!!
Oggi abbiamo fatto un bel respiro e spento le due candeline sulla torta… che gioia immensa.
Un grazie di cuore a tutti voi, occupate un posto speciale nel nostro cuore!
Mamma Chiara, papà Giuseppe e il piccolo Francesco Consoli



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